Lo ha stabilito la sezione lavoro del Tribunale di Venezia, dichiarando illegittimo il provvedimento assunto dall’Agenzia delle entrate nell’ottobre del 2017 e disponendo la reintegra del dipendente nel posto di lavoro (ma non come dirigente, in quanto l’incarico dirigenziale era temporaneo), nonché il pagamento di un’indennità risarcitoria quantificata in 15 mensilità, pari al periodo compreso tra la revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari alla sentenza di reintegra. L’ex dirigente è assistito dagli avvocati Francesco Stallone, Lorenzo Maria Dentici, Luigi Maini Lo Casto e Leonello Azzarini. Secondo il giudice Anna Menegazzo, David «si è senz’altro reso responsabile di condotte disciplinarmente rilevanti», ma il licenziamento costituisce una misura eccessivamente pesante, non proporzionata alle violazioni.
LE VIOLAZIONI CONTESTATE
È vero che l’allora dirigente «avrebbe dovuto sottrarsi ai tentativi di intromissione di soggetti esterni – in particolare del Corrado e del Borrelli (rispettivamente colonnello della Guardia di Finanza e altro dirigente delle Entrate, ndr) – nell’attività di verifica ed accertamento che rientravano nel suo ambito di competenza e responsabilità (…) e a gestire le attività dell’ufficio con riservatezza», scrive il giudice. Ma dalle indagini è emerso che ciò sarebbe accaduto in un «ristretto numero di occasioni e pratiche». Inoltre a sollecitargli un interessamento furono soggetti che avevano un ruolo istituzionale e David in quel momento non aveva alcun elemento che gli potesse far sospettare un interesse personale di Corrado e Borrelli nella definizione di quelle pratiche. Il Tribunale rileva, infine, che l’allora dirigente regionale avvisò immediatamente i suoi collaboratori in merito all’intenzione del gruppo Baggio di Mestre (specializzato in trasporti) di giungere ad un accordo con adesione con il Fisco e all’importanza che per la società di assicurazioni Cattolica di Verona aveva «il non procedere a denuncia penale». Vicende nelle quali, si legge nella sentenza, non sono emersi elementi che portino a desumere che l’ex dirigente «abbia posto in essere condotte contrarie ai propri doveri d’ufficio». David finì in carcere nel giugno del 2017, ma all’inizio di luglio il Riesame gli concesse i domiciliari, alleggerendo la sua posizione. Il licenziamento gli è stato inflitto senza attendere il giudizio, sulla base delle accuse formulate dalla Procura a suo carico.
IL PROCESSO PENALE
Nel processo attualmente in corso di fronte al Tribunale di Venezia, David, 50 anni, residente a Monfalcone, deve rispondere unicamente di un’ipotesi di accesso abusivo al sistema informatico per reperire informazioni dall’Anagrafe tributaria che un colonnello della Finanza avrebbe poi girato al fratello commercialista. Nello stesso processo, che riprenderà il 19 dicembre, sono imputati anche l’ex colonnello Vincenzo Corrado e la commercialista trevigiana Tiziana Mesirca. Per una seconda accusa, questa volta di corruzione, l’ex dirigente delle Entrate è ancora in attesa di essere giudicato (Gianluca Amadori).
(Gazzettino.it., 6 dicembre 2019)